Le origini di fra Dolcino non sono certe, ma si ritiene che provenisse dal Novarese o dalla Valsesia. A metà del 1200 fondò un movimento, detto dei Dolciniani, che criticava per alcuni aspetti la teologia cattolica. Fu quindi accusato dalla Chiesa e perseguitato, vedendosi costretto a rifugiarsi sulle montagne della Valsessera. Qui rimase con i suoi seguaci per alcuni anni, finché il vescovo di Vercelli, Raniero degli Avogadro, ordinò una crociata con lo scopo di eliminare gli eretici dolciniani. Dolcino venne catturato, torturato e, secondo alcune fonti, arso vivo nel 1307. Viene ricordato da Dante nell’ “Inferno” (Canto XXVIII, 55-60) e citato da Umberto Eco ne “Il nome della rosa”. Nei pressi del monte Rubello (1.414 m), poco dopo Bocchetto Luvera, si trova il cippo di Fra Dolcino, costruito nel 1974.