Tour dell’Alpe Cavanna

Percorso piuttosto tecnico, che mette alla prova sia nella salita che nella discesa. Uno dei pochi itinerari che si sviluppa interamente in alta montagna e che è adatto alla mountain bike. Nelle giornate limpide, soprattutto in autunno e primavera, offre un panorama spettacolare su tutto il Biellese e il Canavese, oltre che una vista affascinante della cerchia delle vette biellesi.

Livello di difficoltà:
4/5

Senso di percorrenza:

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Dati tecnici

  • Durata: 2 h
  • Distanza: 16,9 km
  • Dislivello complessivo: 617 m
  • Punto più basso: 936 m
  • Punto più alto: 1.509 m
  • Tappe: La Bossola (Netro) – Alpe Cavanna – La Bossola (Netro)
  • Livello: difficile
  • Periodo di agibilità: da aprile a ottobre
  • Presenza di punti acqua potabile: sì 
  • Presenza di alimentari: sì 
  • Adatto ai bambini: no

Da vedere

Il "Roc d'jafe" e la leggenda delle "fate dai piedi d'oca"

Sulla strada sterrata che dalle pendici del Mombarone scende alla Bossola di Netro (seconda parte dell’itinerario proposto), si incontra il pannello che indica una piccola deviazione sulla destra per il “Roc d’jafe”. Prendendo questo sentiero, pochi metri più avanti si raggiunge un’enorme roccia che domina sulla vallata. Questo luogo è al centro di un’antica leggenda nata tra i paesi dell’Alta Valle Elvo. Si narra che tanto tempo fa, un popolo celtico raggiunse questi luoghi e vi si stabilì per un po’. Inizialmente gli stranieri fecero amicizia con gli abitanti di Muzzano, rivelando loro di essere guidati da una fata e promettendo inoltre di insegnargli il metodo per estrarre l’oro dal torrente Elvo. Intanto gli uomini di Muzzano erano rimasti affascinati dai caratteri nordici delle donne, belle come fate e tanto diverse dalle piccole e rozze muzzanesi, le quali ovviamente si ingelosirono moltissimo. Una sera, gli abitanti di Muzzano vennero invitati sulle montagne, all’accampamento dei forestieri, per festeggiare tutti insieme con cibo, falò e danze. Fu proprio durante questi balli frenetici, che una delle donne scorse sotto il vestito delle straniere delle calzature lunghe e gialle, simili a zampe palmate. Si mise quindi a gridare: «Le straniere hanno i piedi d’oca! Guardate!». La musica si fermò e tutte le donne fecero eco, deridendo le mogli dei celti. I muzzanesi se ne andarono, senza scusarsi e meditando di tornare in seguito per obbligare i forestieri a rivelargli comunque il segreto per estrarre l’oro. Quando tornarono sui monti, non trovarono più gli stranieri, ma nella grotta che sormontava il loro accampamento videro la bellissima fata. Con l’intenzione di rapirla, gli uomini le si avvicinarono, ma all’improvviso un enorme serpente si parò loro davanti sibilando e mettendoli in fuga.

Nel 2009, questa leggenda è stata il tema di un progetto realizzato dai bambini della scuola elementare di Netro, che hanno realizzato un lungo e piacevole sentiero che dal centro del paese porta fino alla Roccia delle Fate, con l’accompagnamento di numerosi pannelli illustrativi.

Da visitare

Il Santuario di Graglia

Già a inizio del 1600, la zona di Graglia fu scelta come centro di un grande progetto che prevedeva la realizzazione di un Sacro Monte con 100 cappelle, che unisse il paese (600 m s.l.m.) al Colle San Carlo (1.200 m). Nel 1617 venne edificata la Cappella dell’Annunciazione e al suo interno venne posta una statua in legno raffigurante la Madonna Lauretana che suscitò subito un’intensa devozione mariana, richiamando pellegrini ogni anno. Dopo varie vicissitudini, a metà del 1700 vennero completati i lavori per trasformare questa cappella in un vero Santuario, che potesse inoltre ospitare fedeli e pellegrini e che diventasse il centro del culto della Madonna Lauretana nella zona. 

Per ulteriori informazioni, consulta il sito: https://www.santuariodigraglia.com/

o contatta i numeri seguenti per orari e visite guidate:

Tel: + 39 015/442200

               345/6432632

Indicazioni dell'itinerario

  1. Partenza presso la località Bossola di Netro. Prendere la strada del “tracciolino” (SP512) verso sinistra.
  2. Ignorare una prima indicazione per “Alpe Cavanna” e proseguire per circa 5,5 km, anche quando la strada diventa sterrata. 
  3. All’incrocio, prendere la strada asfaltata che sale ripida sulla destra, invece che proseguire verso Andrate; seguire le indicazioni per “Rifugio Alpe Cavanna” (sentiero B30).
  4. Superare le località “La ca’ ” e “Belvedere” e proseguire sempre sulla strada principale, che alterna tratti sterrati a tratti asfaltati.
  5. Si attraversano boschi di betulle e si inizia ad intravedere la cima del monte Mombarone; dopo circa 4 km in salita, si giunge all’alpeggio e in fondo si trova il Rifugio Alpe Cavanna.
  6. Per il ritorno, riprendere la strada precedente in discesa e 600 m dopo prendere la strada sterrata che sale sulla sinistra. 
  7. Il percorso rimane a mezza costa e tocca alcune cascine (vedi “ATTENZIONE”!), per poi cominciare a scendere e intersecare un altro sentiero. 
  8. Continuare diritto, verso destra, sulla strada più ampia; si scende ripidamente su fondo sconnesso per circa 2 km.
  9. La strada diventa quindi asfaltata e pochi metri dopo ritorna sul “tracciolino”; prendere la SP512 verso sinistra e poco dopo si torna al punto di partenza.

Dove dormire

  • Santuario di Graglia
  • Chalet La Bossola
  • Rifugio Alpe Cavanna

Altre attività nella zona

  • Deltaplano e parapendio da San Giacomo (Andrate)
  • Via Ferrata e canyoning dell’Infernone (Sordevolo)

Riparazione e affitto biciclette

  • Cicli Tessiore (Borgofranco d’Ivrea)
  • Lovato (Camburzano)

Alcune note importanti

1) Obiettivo dei miei itinerari è tornare sempre al punto di partenza (anelli) e pedalare il meno possibile sull’asfalto. Quando però questo risulta inevitabile, scelgo per lo più strade secondarie e poco trafficate. Inoltre, stabilisco il punto di partenza in un luogo dove sia comodo parcheggiare l’auto.
2) Ho deciso di suddividere il Biellese in 5 aree principali, in base alla geomorfologia del territorio, a differenza di come risulta nelle carte topografiche (Nord-orientale, Nord-occidentale, Centro-orientale, Sud-orientale e Sud-occidentale).
3) Ho indicato alcuni percorsi come “Adatti ai bambini”, ma ovviamente è competenza di ogni genitore stabilire se un itinerario è adatto alle capacità del proprio figlio.
4) Con “Periodo di agibilità”, nella descrizione, mi riferisco esclusivamente alla presenza di neve sul percorso, non considerando quindi le altre variabili quali pioggia o presenza di zanzare. Nei riquadri “Dove dormire” ho voluto proporre alcune soluzioni alternative al tipico B&B o albergo, citando strutture come rifugi di montagna, ostelli o campeggi.
5) Prima di partire per qualsiasi tour, leggi la sezione “In pratica“!

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