Feeling free

Breve storia per cercare di spiegare perché amo viaggiare in bicicletta

Come spesso accade, tutto è cominciato nel periodo dell’adolescenza. Allora ci si sente invincibili, si vogliono provare nuove esperienze e si iniziano a rivelare i grandi sogni della vita. Per me è stata la folle idea di voler viaggiare in bicicletta a farmi diventare la persona (bizzarra) che sono oggi.

E da quando ho percorso i miei primi 1100 km in 14 giorni, nel lontano 2016, non ho più potuto farne a meno…

Avventura al 100% : notti in tenda e pasti all'aperto!

Se si decide per un viaggio avventuroso, allora non ci si può permettere troppa comodità! In un tempo in cui ancora non c’era il roaming gratuito in Europa ed eravamo giovani studenti squattrinati, siamo partiti senza troppi preparativi e senza un programma preciso, improvvisando ogni giorno. Solo la meta da raggiungere era stabilita: Budapest!

Da allora ci siamo sempre migliorati un po’, ma non abbiamo abbandonato lo stile “campeggio e fornelletto”. Tenda, sacco a pelo, materassino, cibo, pentole e bombola del gas sono sicuramente un peso aggiuntivo, ma essere così attrezzati ci ha più volte salvato la vitaÈ stato il caso, ad esempio, in Austria, quando abbiamo trovato tutte le strutture alberghiere chiuse o quando in Baviera eravamo gelati dalla pioggia o ancora quando in Croazia mi si è rotto il deragliatore del cambio e abbiamo dovuto passare la notte nella foresta in cui ci trovavamo…

Oltre all’indiscussa sicurezza che l’essere autosufficienti comporta, viaggiare con tenda e fornelletto permette di socializzare e conoscere le storie di altri viaggiatori che si ritrovano in campeggio. Chi ci offre un caffè (o ci presta il martello per i picchetti!), chi condivide una parte del percorso o chi semplicemente fa due chiacchiere attorno ad un falò. Anche questo è un aspetto importante della filosofia dello slow travel, dove ciò che conta di più non è la destinazione, ma il viaggio per arrivarci, con le sue esperienze e le sue emozioni.

Viaggio su piste ciclabili: borse laterali su portapacchi posteriore.

Specchietto retrovisore, campanello e piccola borsa anteriore. Per consumare meno energia: copertone anteriore ibrido e forcella fissa.

Viaggio su sterrati: bike-packing su mountain bike.

Viaggio "Schaffhauserland Bike Tour"

Presto disponibile

Bagagli in linea con il telaio della bici e peso ben distribuito. Mtb con copertoni mediamente sagomati e forcella ammortizzata.

Il primo cicloviaggio in solitaria...

Adesso qualche riflessione prima della partenza, al ritorno il resoconto aggiornato.

Se devo essere sincera, non fremevo dalla voglia di affrontare un viaggio in bicicletta da sola… Ma le circostanze sono cambiate e non riuscendo ormai più ad apprezzare appieno una vacanza se non in bicicletta, devo adattarmi. La scelta della compagnia in questo genere di viaggi è di fondamentale importanza. Infatti si andranno a condividere momenti stressanti, di stanchezza e fatica e si dovranno affrontare gli imprevisti mantenendo uno spirito positivo. Da non sottovalutare nemmeno la capacità di pedalare allo stesso ritmo, in modo che l’avventura non sia noiosa o pesante per nessuno.

Non potendo contare sul supporto emotivo e tecnico di un compagno di viaggio, mi organizzo con largo anticipo e per ogni evenienza. Ho acquistato il materiale che mi mancava, prestando particolare attenzione a impermeabilità, leggerezza e praticità di ogni componente. Infatti l’esperienza di 5 cicloviaggi mi ha insegnato molto al riguardo.

Non amo pedalare sotto la pioggia, ma non potendo evitarla, mi preparo al meglio. Mi esercito a montare la tenda con i due teli già uniti, provo l’impermeabilità del mio abbigliamento, dalle scarpe ai guanti e porto due scaldamani riutilizzabili (sono piuttosto freddolosa…).

Ho sempre con me gli attrezzi per le riparazioni di base, ma ovviamente devo saperli usare bene. Qualche prova ulteriore per essere più veloce a cambiare la camera d’aria e riparare la catena può salvarmi!

Fondamentale è studiare il percorso. Dopo aver scelto un obiettivo sulla mappa, cerco i tracciati per bicicletta nel territorio e realizzo un programma includendo le attrazioni che mi interessano. Modifico la traccia a mio gusto e la carico sul navigatore Garmin e sul cellulare. Pianifico tempistiche e distanze con attenzione, per evitare brutte sorprese e lasciando un margine per gli imprevisti.

Infine, ma in realtà la cosa più importante: la preparazione psicologica. Essere pronta ad affrontare la fatica, lo sconforto, l’ansia, la solitudine, senza avere qualcuno accanto e affidandomi interamente a me stessa…

La bicicletta come mezzo di loco(e)mozione

Un viaggio in bicicletta è sempre un’avventura e un concentrato di emozioni, che difficilmente si possono comprendere se non si è fatta l’esperienza almeno una volta. La più bella è il senso di libertà. La libertà di essere autosufficiente e di avere con sè tutto il necessario per vivere, compattato su questo mezzo di trasporto tanto semplice quanto ingegnoso. La libertà di non pensare ad altro se non ad andare avanti, lasciandosi distrarre solo dai continui stimoli della natura che ci circonda. La libertà di poter improvvisare, senza limitazioni, perché in bicicletta qualsiasi luogo è raggiungibile.

Highlights

Il momento più... soddisfacente

Se devo pensare alla sfida più grande affrontata in bicicletta, penso subito al Passo dello Stelvio. Anche se tre anni più tardi un’altra salita altrettanto impegnativa sulle Alpi liguri ha messo duramente alla prova la mia determinazione, il primo colle non si scorda mai. Partiti da Trafoi, in provincia di Bolzano, abbiamo cominciato a salire, tornante dopo tornante, fino a percorrerli tutti e 48, coprendo un dislivello positivo di 1500 m in 16 km, e arrivando, 5 ore dopo, alla cima, a 2758 m di altitudine. Le nostre tempistiche potrebbero sembrare patetiche se paragonate agli standard dei ciclisti da strada; tuttavia in nostra difesa posso ricordare che noi stavamo affrontando quella stessa salita da Giro d’Italia in mountain bike e con bagagli da 10 kg per lato!

Il momento più... spaventoso

Non per essere tragica, ma quella notte ho davvero visto la morte in faccia. Era una serata tranquilla, senza vento, e avevamo montato la tenda in un delizioso campeggio casalingo, in Austria, lungo la ciclabile del Danubio. Verso le tre di notte, un frastuono agghiacciante mi ha svegliata di soprassalto. Col cuore in gola ho sbirciato fuori dalla tenda e mi sono resa conto che un ramo bello grosso (occhio e croce avrei detto di 50 cm di diametro e qualche metro di lunghezza) si era spezzato da un albero, cadendo a meno di due metri da noi. Lascio immaginare le conseguenze se la nostra fragile tenda vi si fosse trovata sotto.

Il momento più... doloroso

Beh, non è una novità che per imparare ad andare in bicicletta bisogna cadere. E io lo faccio regolarmente… In mountain bike e soprattutto provando le discese da enduro mi sono procurata qualche leggera escoriazione, ma le cicatrici più notevoli le ho ottenute sull’asfalto. Tuttavia nessuna caduta ha avuto conseguenze così rovinose come quella che, nell’ultimo giorno di percorrenza della Via del Sale, mi ha permesso di incrinarmi qualche costola. A parte un po’ di fatica a respirare per i tre mesi successivi, posso ancora considerarmi fortunatissima.

Il momento più... ansiogeno

Sempre di notte, sempre in tenda. Anche se il proposito era quello di dormire, non ho chiuso occhio un istante, attendendo con ansia lo spuntare del sole la mattina. Avevamo appena sconfinato in Croazia dalla Slovenia, dopo due giorni a pedalare tra le foreste che contano il più gran numero di orsi bruni d’Europa, quando la catena della mia bici si è spezzata, danneggiando inoltre il deragliatore posteriore. La luce stava già calando e non potevamo procedere. Abbiamo quindi deciso, a malincuore, di accamparci in un boschetto. Dopo una cena frugale, siamo entrati nella tenda e dopo poco abbiamo cominciato a sentirci circondati dagli animali selvatici. Stando ai rumori emessi, potevano essere volpi, cinghiali, tassi, cerbiatti… E ad un certo punto sembra che pure un cacciatore col cane abbia camminato nei dintorni con la torcia accesa. In assoluto la notte più angosciante che abbia mai vissuto!

Il momento più... assurdo

Ancora un’esperienza notturna. Primo viaggio. Austria, sera del 14 agosto lungo la ciclabile del Danubio. Abbiamo scoperto troppo tardi che qualsiasi albergo e pensione era chiuso e non c’era verso di avere una stanza. Visto il divieto di fare campeggio libero, abbiamo deciso di continuare a pedalare fino ad arrivare a Vienna. I presupposti non erano ottimi: avevamo preso la pioggia durante tutto il giorno ed eravamo bagnati fradici; avevamo già percorso 100 km in un giorno; la sola cena che siamo riusciti a ottenere é stata una pizza kebab alle 22:00… Pedala e pedala, siamo arrivati alla periferia di Vienna. Tuttavia la sorpresa fu che non eravamo nel quartiere degli hotel e stava ricominciando a piovere. A quel punto il mio corpo si rifiutò di continuare e dopo 190 km e 16 ore in sella, si accasciò nel portico d’ingresso di un palazzo. L’importante era sedersi all’asciutto. Dopo circa un’ora, verso le 3 di mattina, una visione celestiale : un uomo dai lunghi capelli biondi, con pantaloni a zampa e giacca bianchi ci è passato davanti salutandoci. Dopo un attimo é tornato indietro, proponendoci di restare qualche ora nel pianerottolo di quel palazzo, dove lui abitava. Ovviamente abbiamo accettato volentieri di poterci riposare in un luogo più caldo e confortevole!

Il momento più... stancante

Immaginate di salire in cima ad una montagna, pedalando su un sentiero sterrato, con un bagaglio di 15 kg per lato e un dislivello di 600 m. Il tutto con una temperatura di 35°C, senza ombra. Infine arrivati in cima, il sentiero che contavate di fare per scendere è impraticabile e inizia un temporale con fulmini molto vicini. Senza un luogo per ripararsi, siete costretti a tornare indietro fino all’inizio del percorso. Ecco com’è stata la nostra “inutile” deviazione per il Monte Televrina, in Croazia.

Il momento più... disgustoso

Purtroppo è stato in un campeggio in Olanda. Ma non mi dilungherò troppo, per non traumatizzare i miei lettori. Dico solo questo: quale animale riesce a penetrare all’interno della tenda anche con la zanzariera chiusa? Non me lo sarei mai aspettato, ma le zecche possono. A centinaia…

Dopo ciò, il momento più... bello

Impossibile dirlo: ce ne sono stati moltissimi! Momenti indimenticabili per la bellezza del paesaggio, per la pace che si respira in una giornata dal meteo perfetto, per la complice intesa di una compagnia tanto apprezzata… 
 

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